lunedì 21 dicembre 2020

Venite a seguirmi su Instagram

 

Mi devo scusare con tutte le persone che sono passate per di qua in questi ultimi due anni. Mio figlio è nato poco dopo l'ultimo post che avevo scritto e da allora non sono più riuscita a sedermi al computer per lavorare al blog. Il tempo passato in famiglia è diventato la priorità numero uno.

Il blog resta sempre a disposizione, perchè ci sono tanti consigli che sono ancora validi e ci sono molte persone che continuano a consultarlo. Ciononostante in questa stagione della mia vita, per me ci sono cose molto più pressanti a cui dedicare il mio tempo. Scrivere un post sul blog richiede tempo, molto più tempo di quanto io possa dedicargli. 

Ci ho pensato spesso in questi mesi "oh questa idea vorrei condividerla", ma non mi piace fare le cose a metà. Perciò invece di fare un post ogni quattro mesi ho preferito lasciare perdere. Con questo non voglio dire che è chiuso per sempre, ma per il momento di sicuro sì. Quanto durerà questo periodo ancora non lo so dire.

Nel frattempo, ho aperto un conto Instagram, ho scelto questo social perchè mi permette di farvi vedere foto e scrivere velocemente qualche consiglio di organizzazione. E' tutto molto più veloce, richiede molto meno tempo di curare un blog, di scrivere bene il consiglio giusto, con il pensiero che ciò che scrivo resta qui per anni e anni.

Le cose che condivido su Instagram sono senza troppi filtri, non sono curate, la mia realtà di tutti i giorni. Le mie agende, i miei casini e le mie furbate organizzative. Se vi va venite a seguirmi lì: il mio profilo si chiama nata.disorganizzata, stiamo cercando di ricreare una piccola community e sarà un piacere ritrovarci lì. Per inciso non ho più Facebook, non lo apro da mesi, per non dire anni ormai.

Approfitto per ringraziarvi per tutti i messaggi che mi avete mandato in questi anni, di quanto questo blog vi abbia accompagnato nel vostro percorso di organizzazione ed il mio cuore esplode di gioia a sapere di essere stata utile anche solo ad una persona sola.

Se passate di qua, benvenuti nel mio blog, c'è molto materiale da consultare, se invece volete tenerci in contatto e seguire i miei aggiornamenti, vi aspetto su Instagram.

Buona organizzazione a tutti (e buona lettura)!

martedì 19 febbraio 2019

Come organizzare il guardaroba in gravidanza



Prima di lasciarvi alla lettura del post vi voglio salutare, fra un paio di giorni saremo in tre e per un po' di tempo la nostra priorità sarà soltanto il frugoletto e imparare ad essere una famiglia. Pertanto non ci saranno aggiornamenti del blog, pagina Facebook, etc. Appena sarò pronta sono sicura che avrò un sacco di novità sulla mia nuova organizzazione che sarò felice di condividere di nuovo con voi.
A presto e come sempre buona organizzazione a tutti!



La gravidanza è un periodo "magico&tragico", magico per la maggior parte degli aspetti ma anche tragico (in senso comico) per alcune cose. Uno di questi è la gestione dell'armadio e di come vestirsi.

Lungi da me dar consigli di moda in gravidanza, vorrei solo raccontarvi come mi sono organizzata in questi mesi in cui il mio corpo è cambiato costantemente.

Già perchè la sfida è proprio quella, a volte da una settimana all'altra un paio di pantaloni non ti va più e quel vestito che ieri l'altro ti stringeva lo stomaco adesso non lo fa più. Misteri.

Come organizzarsi dunque, considerando la velocità con cui cambiano le nostre proporzioni? Togliere di mezzo tutto ciò che non entra più e ritrovarsi con l'armadio vuoto? Avere una sezione dell'armadio dedicata?

Il primo trimestre estivo

Sono rimasta incinta poco prima dell'inizio dell'estate e quindi i primi mesi sono coincisi con il periodo dei vestitini leggeri. Niente di più semplice: ho fatto il cambio stagione come al solito, al massimo ci sono stati degli abiti che facevano intravedere troppo e sono stati usati poco. Quest'estate svizzera mi ha sorpreso, perchè è durata molto più del solito. Fino a settembre/ottobre ho continuato a portare vestiti leggeri, al massimo aggiungendo delle calze o un cardigan aperto. Il cambio stagione è stato rimandato fino ad ottobre.

Il cambio stagione furbo

A quel punto mi sono dovuta organizzare in maniera diversa. La pancia era più che visibile, i pantaloni stringevano irrimediabilmente e insomma ero chiaramente incinta!

Ho optato per un cambio di stagione furbo ed "esteso". Oltre a riporre i capi prettamente estivi, ho riposto anche tutti i pantaloni che non andavano più. Ma non solo: il cambio stagione si è esteso anche al cassetto della biancheria, riponendo tutti i reggiseni che non andavano più.
Considerando che il parto è previsto per marzo, sarà proprio a fine primavera/inizio dell'estate che riprenderò in mano queste cose, per poterle indossare di nuovo, quindi mi sta bene avere tutto messo via insieme.

In questo modo ho potuto creare un po' di spazio per accomodare alcuni capi premaman (e dei reggiseni più... adatti). Non molti a dire il vero: due paia di jeans uno blu e uno grigio, un paio di pantaloni tipo leggins/tuta, due paia di calze di lana nere, due magliette di cotone lunghe. Le due magliette sono state più che altre uno sfizio, ma effettivamente mi sono tornate utilissime in queste settimane del nono mese, in cui la lunghezza delle maglie è un problema serio. Per il resto potete notare sono tutti pezzi da sotto: se una maglia diventa attillata mette solo in risalto il pancione ed è tenero, se il pantalone stringe è importabile.

Quindi io mi sono attrezzata con due capi per tipo (tranne per i pantaloni da casa, perchè ne ho un altro paio che stranamente sono stati comodi fino al nono mese), in modo da alternare. Mentre uno viene lavato e asciugato si porta l'altro. Per il resto ho usato soprattutto vestiti con le calze: si evitano elastici, bottoni e cose che stringono e c'è lo spazio per la pancia in crescita. Tutti vestiti che avevo già, evviva il risparmio.

Il guardaroba capsulone

Ok erano tutti i capi che già possedevo, ma appunto non erano premaman. Di settimana in settimana mi rendevo conto che magari uno mi stringeva lo stomaco, altri diventavano troppo corti e andavano dismessi piano piano. 

Come riuscire a tenere tutto sott'occhio per poter fare le valutazioni del caso e avere comunque un'armadio organizzato?
Con il guardaroba capsulone! Ve ne avevo già parlato qui nel dettaglio.

Senza bisogno di togliere niente dall'armadio, si ordinano i vestiti in modo da raggruppare solo quelli che vengono utilizzati. Ogni volta che ripongo un vestito pulito, lo metto nella parte destra dell'armadio (io comunque li tengo divisi per categorie e non faccio un minestrone). In questo modo, pur avendo ancora tutto l'armadio a disposizione, ho subito una selezione di vestiti che so che mi vanno in questo periodo. 

All'inizio del cambio stagione il mio armadio appariva come nella foto sopra: vestiti disposti per categorie (abiti con abiti, cardigan con cardigan, camiciette, magliette, etc). Ogni volta che usavo un vestito, invece di riporlo nella sua posizione originale, l'ho riposto a destra (pur mantenendo la suddivisione in categorie).


Ecco qui la divisione tra usati e non usati: li ho proprio separati per farvi capire, a partire da quel vestito azzurro ci sono gli abiti "in uso". Vengono sempre organizzati per categorie. Questo mi serve per sapere dove sta la divisione: si parte sempre con un vestito lungo, mentre prima c'era una maglietta senza maniche blu.

Quindi man mano che i vestiti vengono usati si spostano nella parte destra dell'armadio, mantenendoli però nella stessa categoria. Questo è il mio concetto di guardaroba capsulone, mi permette di raggruppare i vestiti che ho effettivamente usato in quella stagione.

Però qui siamo in gravidanza, con problemi diversi e il guardaroba capsulone è utile anche in un altro senso.

Se guardate bene vedete che nella parte destra abbiamo vestito azzurro, camicia blu, vestito a quadretti. Perchè? Perchè i vestiti non sono tutti insieme? Perchè in effetti quel vestito azzurro l'ho portato per poco dopo il cambio di stagione. Poi è stata dismessa la camicia blu.

In gravidanza ho preferito riporre sì i vestiti per categoria, ma "ricominciando" la divisione tra usato e non usato ogni qual volta vedevo che certe cose non le usavo più. Questo mi è stato utile per poter seguire i cambiamenti del mio corpo.

Mi è capitato più di una volta infatti che un vestito che non mi stava bene un mese magari lo riscoprivo in quello successivo. Non è infatti solo una questione di taglia, ma anche di vestibilità. Se prima sembravo un tricheco insaccato, magari con la pancia un po' più prominente faceva invece un bell'effetto premaman.

Il guardaroba capsulone si estende alla biancheria

Torniamo a parlare di biancheria: uno pensa subito al problema dei reggiseni. Ma la questione è estesa anche alle canottiere, le calze e pure alle mutande. Le mutande? Eccome, per quelle non è un problema di taglia ma di comodità... non tutte le mutande sono comode da portare con i salvaslip. 

Onde evitare perdite di tempo, il mio consiglio è quello di creare uno spazio nel cassetto della biancheria dove fare una selezione dei capi di biancheria che ci stanno comodi e che usiamo. In questo modo avremo tutto facilmente sotto mano, senza bisogno di andare a caccia tutte le mattine (creando probabilmente un effetto "è scoppiata una bomba").

Infine un consiglio per le ultimissime settimane

Scrivo questo post mentre sono nella 37esima settimana. Nel giro di qualche settimana la mia pancia ha assunto dimensioni ultraterrene, il bambino è grande e probabilmente mi faranno partorire prima del termine. La velocità con cui passo da "questo lo metto" a "questo non lo metto più" è aumentata esponenzialmente.

Adesso è proprio il caso di dire che "ho solo quattro robe da mettermi". Sono pochissime e vanno a rotazione velocemente. Parlo più che altro di abbigliamento comodo, considerando che non sto andando a lavorare gli abiti li uso solo per uscire, mentre a casa preferisco dei leggins e una maglietta.

Proprio il tipo di vestiti che dovrei portare anche in ospedale. Ho preparato la borsa per l'ospedale e non posso permettermi di privarmi di vestiti per tenerli dentro alla borsa. Non ho voglia di aprire e richiudere la borsa ad ogni lavatrice, quindi cosa faccio? Tengo tutto ciò che sto usando sul ripiano dell'armadio.  

In questo modo se dovessi partire per l'ospedale sarà sufficiente dire a mio marito prendi quelle due cose che sono sul ripiano dell'armadio (non ce ne sono altre, non ci sono margini di errore). Lui sicuramente tornerà a dare da mangiare alla micia e quindi mi può tranquillamente recuperare i vestiti.

Spero che questi consigli possano esservi utili. All'inizio gravidanza pensavo chissà come sarà complicato vestirsi, soprattutto in inverno. Invece devo dire che me la sono cavata a costo bassissimo e senza troppi sforzi. L'unico problema vero è stata proprio la giacca per questi ultimi due mesi, che qui nevica e fa freddo e la pancia non si chiude più in nessuna cerniera. La soluzione? Una caldissima mantella, riesumata dagli armadi di mia madre. Insomma mi è proprio andata di lusso!

Buona gravidanza a tutti!

lunedì 11 febbraio 2019

Come pulire il calcare nel wc

come pulire il calcare nel wc

Non posso non condividere questo metodo bomba. Mi spiace non metto foto del prima e del dopo (ma neanche del durante) perchè beh...diciamo che fotografare la tazza è proprio antiestetico.

Sappiate che il "prima" era schifosetto. Qui l'acqua è davvero molto calcarea e il fondo della tazza era diventato del tipico colore "grigio/arancionastro/orrore". Noi facciamo la pulizia della tazza in maniera regolare con i prodotti tipici (dico WCnet per farmi capire anche se non uso quello). Non dico categoricamente tutti i giorni perchè stando a casa fuori entrambi tutto il giorno, non lo trovo sempre necessario. Ma ecco delle passate veloci "a bisogno" durante la settimana, mentre la pulizia più profonda di tutto il bagno è una delle pulizie fisse nel weekend. 

Quindi per quanto la tazza sia pulita, la presenza del calcare sul fondo mi da proprio un senso di sporco. Anche perchè credo che il deposito del calcare crei una superficie ruvida che sia più difficile da disinfettare bene. Però il calcare è infimo, per toglierlo bene io non ho mai trovato un prodotto che facesse miracoli. Bisogna entrare e grattare...insomma non un lavoro piacevole che rientra nella "passata veloce". Fino a oggi ho sempre usato l'acido citrico per combattere il calcare e la spugnetta, per non rovinare la superficie della tazza che è piuttosto delicata. Però diciamocelo che lavoraccio, un sacco di fatica e non sempre si riesce a farlo tornare come nuovo.

L'ultimo anno è stato piuttosto complicato emotivamente e fisicamente. Si è occupato della casa molto più mio marito di me e ha fatto un lavoro splendido. Però ecco...questa cosa del calcare è stata lasciata un po' a se stessa. E più il calcare si deposita, più è dura toglierlo, meno ti viene voglia di affrontare la cosa.

Morale della favola: nonostante il pancionissimo ho deciso di prendere la situazione in mano perchè mi dava troppo fastidio. Come sempre prima di iniziare faccio le mie ricerche: avevo paura di dover consumare spugnette e ginocchia con un lavoro estenuante e speravo nel miracolo. Sono caduta su un consiglio alquanto inaspettato dal sito Clean My Space (che vi consiglio tantissimo se non lo conoscete).

Come grattare via facilmente il calcare dalla tazza senza rovinarla?
Con la pietra pomice! Sì proprio quella per i piedi.

Ragazzi che miracolo! Non dico che non ci sia voluto comunque dell'olio di gomito ma probabilmente un decimo di quello che avrei sudato con la semplice spugnetta (considerate che partivo da una brutta situazione). E il risultato è stato letteralmente "bianco come nuovo", senza graffiare la tazza.

Prima di cominciare:
1) Ho indossato guanti lunghi, lunghissimi. Sennò col cavolo...
2) Ho pulito la tazza con i prodotti classici come faccio di solito. Sennò col cavolo...

E ora passiamo al metodo:
1) Ho svuotato l'acqua. Usando uno di quei tappi dosatori della lavatrice (quelli del Calgon sono enormi, ne ho una piccola scorta proprio per cose schifosette, così poi posso buttarli senza rimorsi)
2) Ho spruzzato una soluzione al 10% di acido citrico (10 gr di acido citrico in 100 ml di acqua). L'acido citrico è un potente anti-calcare. L'ho lasciato agire circa cinque minuti, così un po' si ammollava il calcare, ma era ancora umido per non grattare proprio sull'asciutto.
3) Ho bagnato la pietra pomice (va usata bagnata) e poi ho iniziato a grattare. Il miracolo! Certo ho dovuto grattare, ma davvero è molto efficace e lo sforzo è stato relativo. In compenso la tazza è tornata bianca perfetta.

Niente di più semplice e naturale.

Voi lo conoscevate questo metodo?
Buona pulizia a tutti!
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